Onco-ematologia

Onco-ematologia :: Lectures  | Luglio 2022

Personalizzazione della terapia per il paziente con leucemia mieloide cronica ricaduto o intollerante a TKI di seconda generazione

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Gianni Binotto
A cura di

UOC Ematologia e Immunologia Clinica, Dipartimento di Medicina, Azienda Ospedale - Università di Padova

L’introduzione degli inibitori delle tirosin-chinasi (TKI) tra le opzioni di trattamento della leucemia mieloide cronica ha consentito a molti pazienti di raggiungere un’aspettativa di vita pressoché sovrapponibile a soggetti sani di pari età, con una buona qualità di vita.

Gli inibitori di seconda generazione si sono rivelati più efficaci rispetto a imatinib nel raggiungimento di risposte molecolari profonde (se utilizzati in prima linea), o in grado di recuperare oltre il 50% di pazienti da un fallimento con imatinib. Tuttavia, in alcuni casi si assiste al fallimento anche delle terapie con inibitori di seconda generazione, dovuto a intolleranza o resistenza, con una prognosi potenzialmente molto sfavorevole. In questo contesto, è necessario adottare una strategia di attenta valutazione delle comorbidità, dei fattori di rischio cardiovascolare, del profilo mutazionale, al fine di selezionare la migliore opzione terapeutica.

Questa presentazione contiene i dati relativi ai diversi trial clinici condotti per migliorare la gestione dei fallimenti da TKI di seconda generazione, dando spazio anche ai dati relativi all’impiego di inibitori di nuova generazione e al trapianto di midollo allogenico.