Miscellanea

Miscellanea :: Lectures  | Giugno 2021

Gli anticorpi monoclonali coniugati anti-HER3

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Romano Danesi
A cura di
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Farmacologia, Università di Pisa

I membri della famiglia ErbB, compreso il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), noto anche come HER1, ErbB2/HER2/Neu, ErbB3/HER3 e ErbB4/HER4, sono attivati in modo anomalo in più tumori e quindi fungono da bersagli farmacologici e biomarcatori nella moderna terapia di precisione. Il potenziale terapeutico di HER3 è stato a lungo sottovalutato, a causa della ridotta attività della chinasi e dell'espressione relativamente bassa nei tumori.

Tuttavia, HER3 ha ricevuto notevole attenzione negli ultimi anni in quanto è un partner eterodimerico cruciale per altri membri della famiglia EGFR e può essere coinvolto nello sviluppo di resistenza dopo trattamenti farmacologici anti-EGFR/HER2. L'incremento di espressione di HER3 è associato a diversi tumori maligni in cui favorisce la progressione del tumore attraverso l'interazione con diversi recettori tirosin-chinasi (RTK). Studi sperimentali e clinici hanno dimostrato che HER3 può contribuire in modo significativo al fallimento del trattamento, principalmente attraverso l'attivazione delle vie di trasduzione di segnale PI3K/AKT, MAPK/ERK e JAK/STAT. Inoltre, mutazioni attivanti di HER3 hanno evidenziato il ruolo di HER3 come bersaglio terapeutico diretto. Il controllo terapeutico di HER3 include l'abrogazione dell'attività della chinasi dei suoi partner di dimerizzazione o, come è stato recentemente dimostrato con significativo successo, con l'impiego di anticorpi monoclonali coniugati a farmaci citotossici, tra cui il più avanzato in sviluppo clinico è patritumab deruxtecan.