Partendo dal carcinoma ovarico, di particolare rilevanza sono i dati relativi al mantenimento con olaparib in una popolazione con ricaduta platino sensibile e quelli relativi allo studio OV21/PETROC di confronto tra la chemioterapia standard e quella intraperitoneale dopo chirurgia di debulking. È stato inoltre esplorato il ruolo del mantenimento con terapia ormonale in pazienti con carcinoma ovarico di basso grado dopo chemioterapia adiuvante e quello del prolungamento del platinum free interval con una monoterapia non contenente platino in pazienti con ricaduta tra 6 e 12 mesi dal termine delle chemioterapia adiuvante. Se nel carcinoma della cervice uterina i dati preliminari dello studio KEYNOTE-028 rappresentano le prime evidenze di attività dell’immunoterapia, nelle neoplasie uroteliali quest’ultima trova conferme in tutti i setting in cui è stata sperimentata: come prima linea in pazienti ineleggibili al platino o in linee successive dopo trattamento a base di platino (studi IMvigor210, Checkmate 032). Nel carcinoma renale avanzato lo studio METEOR confronta everolimus verso cabozantinib, mentre nel carcinoma prostatico vengono analizzate due modalità di somministrazione di docetaxel: intermittente verso continua in pazienti con neoplasia avanzata resistente alla castrazione (PRINCE) e adiuvante in pazienti con neoplasia ad alto rischio dopo prostatectomia radicale (SPCG12).
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ASCO 2016 - Gynecological and genitourinary cancers
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A cura di Sandro Pignata
Questo numero di Key Slides riporta le principali novità in tema di neoplasie dell’apparato genito-urinario provenienti dal Congresso ASCO 2016.