Molto promettenti anche in ambito renale sono i risultati degli studi di immunoterapia con farmaci che interagiscono con i check-point immunitari: c’è evidenza di attività antitumorale e questo costituisce la base per l’avvio di studi di fase più avanzata.
In studio nella malattia precoce l’applicabilità di alcune gene-signature per una miglior stratificazione dei pazienti operati per carcinoma a cellule chiare e una conseguente miglior selezione di quei pazienti da avviare a trattamenti adiuvanti nell’ambito di trial clinici o a semplice sorveglianza.
Infine qualche cenno al trattamento delle istologie non clear-cell e all’individuazione di possibili biomarkers predittivi di risposta o di tossicità con TKI e inibitori di mTOR.
In ambito prostatico davvero notevole il guadagno in sopravvivenza con l’associazione di chemio e ormonoterapia nella malattia metastatica non pretrattata.
Inoltre, l’associazione di inibitori della biosintesi di androgeni e blocco dei recettori androgenici sembra essere sicura e attiva.