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ASCO GU 2023 – Carcinoma renale

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Elena Verzoni
A cura di

Oncologia Medica genitourinaria. Fondazione IRCCS, Istituto Nazionale dei Tumori, Milano

Negli ultimi anni il trattamento di prima linea del carcinoma renale metastatico si è radicalmente modificato grazie all’avvento delle combinazioni di immunoterapia e inibitori della tirosina-chinasi (TKI).

I principali studi di combinazione (KEYNOTE-426, pembrolizumab + axitinib; CLEAR, pembrolizumab + lenvatinib; CheckMate 9ER, nivolumab + cabozantinib) hanno documentato, rispetto al braccio di controllo con sunitinib, un significativo impatto in termini di miglioramento della sopravvivenza, del tasso di risposte complete nonché di un complessivo favorevole miglioramento della qualità di vita. Inoltre, lo studio CheckMate 214 ha sancito come anche la combinazione di ipilimumab e nivolumab sia superiore al solo TKI in termini di incremento della sopravvivenza. Tutti questi studi, tuttavia, non sono riusciti a produrre dati utilizzabili in termini di fattori predittivi di risposta/resistenza; per tale motivo, la scelta di quale trattamento considerare nel singolo paziente rimane ad oggi fondata su criteri prettamente clinici.